Cari lettori del blog numismatico di Numismatica Ranieri, il post di oggi ripercorre le vicende di un importante avvenimento storico, ovvero la strage degli Ugonotti.
Cosa avrà pensato, quella notte di oltre quattro secoli fa, San Bartolomeo? Era la sua notte, la notte di questo santo con il nome che significa «figlio di Tolmai», questo santo raffigurato di solito con un libro o con un rotulo, ma anche con un coltello, per ostendere il suo martirio (morto per scorticamento), quasi un triste presagio dell 'eccidio compiuto nella notte tra il 24 e il 25 agosto del 1572. La notte. Appunto, di San Bartolomeo, la notte della strage degli ugonotti.
Da pochi decenni, i protestanti francesi avevano ormai aderito al calvinismo ed erano stati identificati con il nome di Ugonotti, corruzione fonicadi eidguenot, termine svizzero per congiurato. La diffusione della religione riformata era arrivata sino alla corte del giovane Carlo IX, manipolato dalla madre. Caterina de Medici, ma, soprattutto, dall'ugonotto Coligny. I contrasti confessionali erano più volte diventati, in questa seconda metà del' 500 francese, veri e propri scontri militari, l'ultimo dei quali, concluso con la pace di Saint Germain del 1570, aveva predisposto per gli ugonotti anche quattro «places de sureté» , creando le premesse per una diffusione che avrebbe portato uno «stato nello stato», per usare le future parole di Richelieu. In un'epoca in cui le corti europee erano fucina di congiure e covo di traditori, un'epoca in cui la politica si costruiva tanto con i trattati internazionali, quanto con il pugnale, fu proprio un tentativo (organizzato da Caterina de' Medici con il suo Consiglio privato e maldestramente fallito) di uccidere il Coligny a far scatenare uno dei più cruenti eccidi religionis causa che la storia ricordi. Parigi era stata da qualche giorno invasa dagli ugonotti per l'evento mondano (ma non solo) dell'anno: le nozze tra Margheficando il loro dichiarato capo.
Ma grande fu la loro indignazione e rabbia quando il Coligny, che godeva di grande ascendente presso il re, scampò ad un attentato: Caterina de' Medici fu subito individuata come mandante e minacciata, ma in questo momento emerse il suo spirito «machiavellico» (non per niente era fiorentina come l'autore del Principe), che le permise di convincere il figlio di un reale pericolo di un prossimo colpo di stato ugonotto. Il re ingannato, preparò dunque il piano per quella che sarebbe stata una vera azione di squadrismo come altre che ci saranno nel XX secolo: chiuse le porte della città, bloccati gli attracchi fluviali, Parigi diveniva una prigione da cui non si poteva più uscire; poteva dunque iniziare il rastrellamento degli ugonotti.
Rancori personali, vecchi odi, desiderio di rivalsa: tutto si mischiò in quella notte, quando bastava un'occhiata sbagliata per venire giustiziato, spesso al di là delle convinzioni religiose. In quella notte in cui regnò l'odio e la legge si fece da parte, tra le due e le tremila persone morirono, a Parigi; altrettante sarebbero state le vittime nelle alter città, nei giorni successive.
Reazione papale dopo la strage degli Ugonotti
Quale fu la reazione papale a questo eccidio? Soprattutto, quale fu - se ci fu -la responsabilità papale, ricordando come, negli anni immediatamente precedenti, guerre, complotti e tradimenti avevano avuto nascita e spesso sviluppo proprio a Roma? Da soli due anni Ugo Boncompagni, papa dallo sguardo severo, forse anche per la folta barba, ma dal carattere mite, aveva iniziato un pontificato che sarebbe stato lungo dodici anni; la storiografia non ha riconosciuto precise responsabilità papali in questa strage. ma di certo è indicativa la celebrazione dei Te Deum di ringraziamento nella basilica di Santa Maria e nella chiesa nazionale francese di San Luigi, alla notizia della strage: addirittura fu dato l’incarico a Giorgio Vasari di affrescare con alcune scene di quella notte la Sala Regia in Vaticano! Questo spirito di compiacimento, e di speranza per un completo ritorno della Francia nel grembo dell 'ortodossia. si può notare anche nella produzione medaglistica papale, come nell'esemplare qui proposto.
Si tratta di una medaglia realizzata da Federico Bonzagni, detto Federico Parmense (1510 ca.- 1588), incisore presso la Zecca di Roma dal 1556 al 1585. Nel dritto presenta il profilo del Pontefice, quasi impegnato in un severo monito (contro l'eresia), oppure assorto in un momento di riflessione; nel rovescio un tappeto di ugonotti morti o morenti idealmente cede il passo alla Chiesa, trionfante e insieme fustigatrice nell'immagine dell ' angelo che saldamente impugna una spada. Questo verso della medaglia è sormontato da una scritta che non lascia spazio a dubbi, per la sua brevità, esplicita e terribile insieme: VGONOTTORVM STRAGES.
Esemplari in oro e in argento furono distribuiti ai vari cardinali e ambasciatori presenti in Roma ai primi di settembre del 1572. Dai Protestanti invece la medaglia fu vista come un «insulto» ed incettata per trasformarla in una coniazione «satirica» e antipapista, tanto che a 250 anni di distanza, nel 1823-1824, quando il direttore della Zecca Pontificia Francesco Mazio fece riconiare l'intera serie delle medaglie papali, da Marino V in poi per un totale di 445 pezzi, per essere posta in vendita, la presente medaglia di Gregorio XIII non poteva essere acquistata da sola: per averla bisognava comperare l'intera serie! Ma era veramente cosi raccapricciante, così abominevole, nel XVI secolo, una strage per motivi religiosi?
Può sembrare inconcepibile, ma in un'epoca che ancora non conosceva la tolleranza religiosa, la democrazia e il liberalismo, era perfettamente (e tristemente) normale sopprimere chi la pensasse diversamente, quando il momento era propizio; la pacificazione, allora, non poteva prescindere dall'uniformità di pensiero, ottenibile in qualsiasi modo, a qualsiasi costo. Non dimentichiamoci che, di lì a pochi anni, la Pacificazione di Gand, con cui, nel novembre del 1576, la Spagna avrebbe addomesticato le Fiandre in rivolta, sarebbe stata preceduta dal terribile sacco di Anversa, con conseguente distruzione dell'allora florida economia della città. È, questa, una premessa necessaria per chi si appresta a leggere la storia di allora con gli occhi di oggi, con gli occhi di un cittadino del 2000 che possa vedere come, rispetto al '500, oggi tutto sia diverso, o, forse.... molte cose siano ancora uguali...
Conclusioni
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