Una legge d'oro per il mercato numismatico
mercoledì 22 febbraio 2023

Cari lettori di Numismatica Ranieri, in questo articolo del nostro blog numismatico cercheremo di scoprire maggiori dettagli relativi alla cosiddetta legge d'oro emanata dall'ex Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi nel Gennaio del 2000. Pur necessitando di un approfondimento e di una messa a punto, senza dubbio i sei articoli chiamati a disciplinare il mercato dell'oro si fanno apprezzare perché contribuiscono in maniera decisiva a far chiarezza. A beneficiarne saranno sia i commercianti che gli acquirenti. Per saperne di più non vi rimane che proseguire la lettura e scoprire maggiori informazioni.

 

Una legge d'oro per il mercato numismatico

Dal 17 gennaio, giorno in cui Carlo Azeglio Ciampi ha promulgato la legge numero 7 sulla «Nuova disciplina del mercato dell'oro» (anche in attuazione della direttiva 98/80/CE del Consiglio, del 12 ottobre 1998), l'Italia divenne un po' più europea. Era dal 1996 - e precisamente dalla presentazione, il 29 novembre, della proposta di legge da parte dell'onorevole Grazia Labate che operatori, collezionisti e semplici cittadini attendevano che il Parlamento si decidesse a dare disco verde al provvedimento. Il placet, alla fine, è arrivato alla fine dell'anno scorso: il 2 dicembre dalla Camera e il 18 dicembre dal Senato.

Sei, in tutto, gli articoli della legge in vigore dal 4 febbraio, in virtù della quale viene liberalizzato il commercio dell'oro, con l'esenzione del pesante balzello dell'Iva nel caso si tratti di:

oro in forma di lingotti o placchette di peso accettato dal mercato dell’oro, ma comunque superiore ad 1 grammo, di pari o superiore a 995 millesimi, rappresentato o meno da titoli o di monete d'oro di pari o superiore a 900 millesimi, coniate dopo il 1800, che hanno o hanno avuto corso legale nel Paese di origine, normalmente vendute a un prezzo che non supera dell’ 80 per cento il valore sul mercato libero dell'oro in esse contenuto, incluse nell’ elenco predisposto dalla Commis-Aione delle Comunità europee ed annualmente pubblicato nella Gazzetta Ufficiale delle Comunità europee, serie C, sulla base delle comunicazioni rese dal ministero del Tesoro, del bilancio e della programmazione economica. nonché le monete aventi le medesime caratteristiche, anche se non comprese nel suddetto elenco.

Una precisazione, quest'ultima, che permette di sanare dimenticanze più o meno clamorose, come quella italiana che dall'elenco comunitario ha lasciato fuori la nostra più conosciuta e popolare moneta da investimento, ossia il marenghino. La moneta cioè da 20 lire che come dimensione, pesi e contenuto si allinea alle monete della famiglia dei marenghi. Il diametro è di 21 millimetri, il peso di 6.451 grammi con titolo aureo di 900 millesimi.

Le emissioni che si considerano per l'investimento in monete d'oro sono quelle mandate a coniare tra il 1861 e il 1878 da Vittorio Emanuele II, seguite da quelle di Umberto I millesimate, nell’ordine 1879, 1886, 1888, 1891, 1893 e 1897.

Senza beninteso dimenticare le precedenti, repertoriate alla voce Regno di Sardegna ed effettuate da Carlo Felice (dal 1821 al 1831). Carlo Alberto (dal 1831 al 1849) e Vittorio Emanuele II (dal 1850 al 1861). «Come spesso accade — mette, però, prudenzialmente le mani avanti Alessio Anfossi dell'Intercoins — quando vengono presentate leggi considerate in qualche modo innovative, come lo è senz'altro questa sul mercato dell 'oro, sembra di aver subito capito tutto, mentre leggendole e rileggendole per benino vI troviamo ostacoli imprevisti. Non solo. La promulgazione della legge non sempre è seguita da spiegazioni e chiarimenti normativi capaci di facilitare gli operatori, i quali si trovano così a dover in un certo qual modo improvvisare per mancanza di interlocutori in grado di dare risposte tempestive. La legge sul mercato dell'oro, ad esempio, parla senza mezzi termini di penali per chi non è in regola, per cui c'è il rischio, nient'affatto ipotetico, che un operatore che da trent’anni opera nel campo delle monete d'oro a corso legale si trovi improvvisamente ad avere dei problemi derivanti dal fatto che la legge impone dei limiti e delle condizioni».

Tipo? La legge dice chiaramente che «l'esercizio in via prefessionale del commercio di oro, per conto proprio o per conto terzi, può essere svolto da banche e, previa comunicazione all 'Ufficio italiano dei cambi, da soggetti in possesso dei seguenti requisiti:

  1. forma giuridica di società per azioni, o di società a responsabilità limitata, aventi in ogni caso capitale sociale interamente versato non inferiore a quello minimo previsto per le società per azioni;
  2. oggetto sociale che comporti il commercio in oro;
  3. possesso, da parte dei partecipanti a/ capitale, degli amministratori e dei dipendenti investiti di funzioni di direzione tecnica e commerciale, dei requisiti di onorabilità previsti dagli articoli 108, 109 e 161, comma 2, del testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, emanato con decreto legislativo 10 settembre 1993, numero 385».

«Sono sicuro — dice Anfossi — che sullo specifico argomento ci sarà un intervento cosi da mettere in grado di operare anche il piccolo negozio. Mi risulta che l'Ufficio italiano cambi stia predisponendo il testo riguardante — come precisa il comma numero 6 dell'articolo 1 della legge - i contenuti e le modalità di effettuazione della dichiarazione prevista dal comma 2, testo che verrà poi pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.

Altro aspetto che richiede approfondimenti è quello riguardante le monete da investimento, esenti quindi dal pagamento dell'Iva, comprese nell'elenco pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale delle Comunità europee. «Verissimo», conferma Alessio Anfossi, che così prosegue: «Alla voce Italia ci sono solo due monete: da L. 40 e L. 80, senza alcun 'altra precisazione. Un po' poco, considerato anche che dall'elenco è esclusa la moneta per eccellenza da investimento, e cioè il marengo italiano da 20 lire.

In compenso alla voce Canada, ad esempio. è genericamente citata la moneta da 100 dollari che qualche anno fa aveva un contenuto d'oro di 900 millesimi, mentre attualmente si presenta con una purezza di 587 millesimi. Quindi inferiore al tetto minimo di 800 millesimi fissato dalla legge. Ancora. L'elenco comprende pure l’aureo canadese da 200 dollari nato come moneta da collezione e venduto dalla Zecca di Ottawa ad un prezzo ben superiore all'80 per cento del valore dell'oro contenuto. Quantomeno nella sua prima stesura l'elenco non è affatto preciso e men che meno ragionato. Con impostazioni oltretutto palesemente differenti. C'è, ad esempio, la Spagna che elenca con uno scrupolo incredibile tutte le sue monete che rispettano la legge, mentre ci sono Paesi meno importanti, sul tipo di Cuba, che molto genericamente indicano 1 peso, 4 pesos…lasciando così la porta aperta a equivoci di ogni genere. Quasi che ogni moneta da 4 pesos proveniente da Cuba possa e debba essere di conseguenza considerata moneta da investimento, mentre di fatto non lo è. Perché questo? Ma perché ovviamente, non si tratta che di una supposizione anche se molto verosimile, la Comunità Europea si è limitata a chiedere ai singoli Paesi quali sono le monete da investimento. E ognuno ha risposto come meglio ha creduto».

Al di là, tuttavia, di queste imprecisioni e di queste contraddizioni, che il tempo aiuterà a eliminare. la legge costituisce una vera e propria rivoluzione.

Piccola finché si vuole, ma pur sempre rivoluzione, in quanto l'investitore in oro che decide di mettere in portafoglio sterline, marenghi, oppure l'aquila statunitense o la foglia d'acero canadese, non è più tenuto a pagare il 20 per cento di Iva. Un balzello. questo, che di fatto finiva con l'annullare qualsiasi speranza di utile. «Per rientrare del prezzo pagato era quantomeno necessario che la moneta d'oro aumentasse nel frattempo di almeno il 20 per cento. Una probabilità piuttosto aleatoria.

Con questa legge, invece, l'Italia — merito essenzialmente dell'Europa Unita — si allinea finalmente con quello che avviene in quasi tutti i Paesi più sviluppati. nei quali l'oro è considerato anche uno strumento, un mezzo d'investimento». Del tutto fuori luogo prevedere scenari da corsa all'oro. Come quando nel nostro Paese gli Istituti bancari scambiavano tra le 4.000 e le 7.000 monete d'oro al giorno. Come si sa la grande fuga, con conseguente caduta verticale di monete d'oro, cominciò in una data ben precisa: il 15 giugno 1982, quando sulla compravendita delle monete d’oro da investimento cadde la mannaia dell’Iva.

Gli operatori del settore, ed Alessio Anfossi è tra questi, non prevedono che la liberalizzazione del mercato delle monete da investimento porti ad una rivoluzione degli acquisti. anche perché attualmente gli strumenti d'investimento che ognuno ha a disposizione sono tanti. Oltretutto il mercato delle monete d'oro è quello che è e la disponibilità è ben nota. Ma è la chiarezza che la legge ora garantisce al mercato delle monete d'oro che viene da tutti apprezzata. A beneficiarne saranno sia i commercianti che gli acquirenti. Tolto di mezzo, o comunque emarginato, il mercato clandestino che per quasi vent'anni ha fatto ingrassare gli evasori fiscali che vendevano le monete d'oro senza la regolare fattura, ma anche senza alcuna garanzia di autenticità e quindi senza possibilità un domani di rifarsi dell'eventuale danno patito, ora gli acquirenti di monete da investimento possono dotarsi di un documento ufficiale che ne attesta il regolare acquisto. Si tratta di una garanzia fuor di dubbio importante. Non solo. La normativa che ben prima dell'Italia, solito fanalino di coda, molti Paesi europei hanno fatto propria già sta influenzando le nuove coniazioni commemorative. È il caso, per esempio l’Austria la cui Zecca, come ricorda Alessio Anfossi, «per il prossimo mese di aprile ha annunciato l’ uscita di una "Moneta chiamata a festeggiare il bimillenario del cristianesimo.

Bene, la moneta d'oro si appresta ad essere battuta in fior di conio, che industrialmente costa meno del fondo specchio, e ad essere messa in vendita ad un prezzo che non supera dell’80 per cento il valore del biondo metallo contenuto».

Anche cosi, rispettando cioè la legge. non è tuttavia detto che sui mercati esteri la moneta di Vienna possa essere considerata da investimento, e di conseguenza esente da Iva. E questo perché le spese di distribuzione e di trasporto, che normalmente incidono nell'ordine del 10-15 per cento, finirebbero con tutta probabilità col far superare la fatidica soglia dell'80 per cento. Anche questo, naturalmente, è uno dei tanti aspetti legati all'applicazione della legge, la quale necessita di un approfondimento e di una messa a punto.

Una cosa, comunque, è certa, e cioè che tra tante leggi vessatorie o punitive questa chiamata a disciplinare il mercato dell'oro si fa apprezzare perché contribuisce in maniera decisiva a far chiarezza. Il che, con i tempi che corrono, non è poco.

 

Conclusioni

Sperando che questo articolo dedicato dedicato alla famosa legge d'oro per il mercato numismatico del Gennaio 2000 stato di vostro interesse, restiamo in attesa delle vostre opinioni.

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