Cari lettori di Numismatica Ranieri in questo post andremo a scoprire come riprodurre le monete. Nei precedenti post vi avevamo parlato di alcune utili tecniche per capire come fotografare le monete e come pulire le monete. Oggi invece porteremo il nostro focus su come riprodurre le monete in campo numismatico.
Come riprodurre le monete
L'uso delle copie di monete non è di nascita recente. Potremmo dire anzi il contrario dato che fino a pochi decenni fa, nei cataloghi d'asta importanti, si preferiva riprodurre fotograficamente i calchi delle monete anziché gli originali poiché questo metodo garantiva un' omogeneità maggiore del risultato finale. Oggigiorno è in disuso fare una copia solida delle proprie monete; tutt'al più ci si limita a fare delle fotografie. Eppure una riproduzione può servire veramente a tanti scopi, alcuni dei quali di sicuro interesse. Vediamo quali sono.
Tecniche di riproduzione delle monete
Le riproduzioni si possono dividere in 3 tipi:
- Copia solida (metallica o di gesso).
- Copia cartacea (metodo carta e matita o fotografia).
- Copia digitale.
Partiamo dal secondo tipo, stravolgendo l'ordine di elencazione, poiché si tratta del metodo più diffuso. Per realizzare una copia cartacea col sistema «carta e matita» basta disporre di un foglio di carta tipo velina e di una matita a punta grossa. Appoggiamo il foglio sulla moneta da riprodurre e con la matita coloriamo la parte sovrastante, facendo attenzione a non esercitare una pressione troppo elevata ed evitando anche di lavorare di punta, due cose che porterebbero alla rottura del sottile foglio di carta.
È chiaro che un simile sistema è molto economico e facilmente realizzabile ovunque ci si trovi. Per contro la qualità della riproduzione non si può certo definire ottimale, ma se il nostro scopo è quello di dover provvedere alla catalogazione dell'esemplare, ad esempio, o sopperire alla momentanea mancanza di una riproduzione fotografica, va più che bene.
La copia solida è di gran lunga quella migliore, perché garantisce maggiori dettagli e un tridimensionalismo ovviamente sconosciuto alle copie cartacee. Per ottenere una copia in gesso dovremo procurarci del «gel siliconico» usato dai dentisti per le impronte dei denti ed il suo catalizzatore (un liquido che lo fa indurire).
Ottenuta I'impronta, notevole per fedeltà e riproduzione di particolari, basterà versarci del gesso liquido ed aspettare poi che questo si asciughi per avere la nostra copia solida che, in un secondo tempo, potremo anche verniciare. La matrice in gel dura per molteplici copie.
Altri tipi di copie solide sono garantiti dal metodo «stereo» e da quello «galvanico». Questi metodi ci forniscono copie metalliche e quindi sarebbe per noi il «top». Sono però sistemi un poco antiquati e di cui non conosciamo gli effetti sull'originale. È quindi cosa intelligente, ancor prima di sottoporvi un esemplare di pregio, utilizzare una moneta di poco valore.
La copia «stereo» si ottiene in una stereotipia, dove una volta ottenuta la matrice si provvede a colarvi una lega fusa a base di piombo.
II metodo «galvanico» si basa invece sulle proprietà dei metalli di condurre elettricità. In un bagno elettrolitico vengono immersi sia l' originale che un tondello di piombo dolce. Il primo, attraversato dalla corrente, attiverà i sali d'oro o d'argento (secondo i casi) contenuti nel bagno.
Questi andranno a depositarsi sul tondello in piombo, riproducendo in maniera esatta l'originale.
La copia digitale è invece un'invenzione relativamente recente, che ha soppiantato il sistema fotografico nell'arco di pochi anni. Si possono ottenere riproduzioni digitali grazie a sofisticati scanner o mediante comuni macchine fotografiche digitali. II sistema è da considerarsi come «non plus ultra» nel caso di un' archiviazione (su un pratico CD o chiavetta USB si possono registrare moltissime immagini), data anche l'inalterabilità dei dati. Altro vantaggio è dato dalla manipolazione che si può effettuare su queste immagini; ridimensionamento, contrasto, luminosità e persino effetti speciali sono possibili in tempo reale utilizzando questi moderni apparecchi e un comunissimo computer.
L'unica nota stonata, in effetti, è che o quantomeno a ben poco - a nulla - possono servire queste foto digitali se non disponiamo di un computer. Costi, spazio e la voglia di imparare ad utilizzare il computer (voglia che è sempre inversamente proporzionale all'età anagrafica) sono quindi i maggiori handicap.
Conclusioni
Sperando di avere offerto qualche interessante indicazione in merito a come fotografare le monete in campo numismatico, restiamo in attesa dei vostri preziosi commenti. Vi invitiamo inoltre a scriverci per qualsiasi informazione o maggiori dettagli. L'indirizzo email ufficiale è: info@numismaticaranieri.it