Cari lettori di Numismatica Ranieri, l'articolo di oggi è dedicato alla nascita della moneta e all'evoluzione delle tecniche di evoluzione della moneta nel corso dei secoli. Dopo avervi parlato del valore delle monete rare in numismatica, proseguiamo la nostra analisi su questo tema illustrando nei dettagli quando nasce la moneta e come questa acquisisce valore nel corso della storia.
Quando nasce la moneta
Per stabilire quando è nata la moneta bisogna innanzitutto capire cosa si intende per moneta. L'esigenza dello scambio, del baratto, in pratica del commercio, è innata nell'uomo che non ha mai smesso di praticarlo. Prima della nascita della moneta, ma per un certo periodo anche contemporaneamente alla sua circolazione, gli scambi venivano effettuati con le merci o con gli animali di cui i popoli disponevano in abbondanza. Così in abbondanza da assurgere a termine di paragone per stabilire il valore di qualsiasi altra cosa. Una sorta di pre-monetazione che viene chiamata anche «moneta naturale».
Senza andare troppo a ritroso nei secoli e «scomodare» gli antichi, disposti a pagare 4 buoi una schiava che sapesse lavorare, basti pensare che in epoca molto più vicina alla nostra questa usanza era ancora molto viva: il pesce secco in Islanda, il riso in Corea e le pelli di castoro nell'Alaska sono solo alcuni degli esempi possibili.
Molti dei termini usati all'epoca sono oggigiorno vocaboli comuni per definire sempre la stessa cosa: il denaro; così da capita ossia la ricchezza in capi di bestiami discende capitale - pecunia deriva da pecus, gregge, così come rupia (Roupa in India) presto i popoli intuirono i vantaggi dati dai metalli; inalterabili, di dimensioni ridotte e quindi facilmente trasportabili e all'occorrenza occultabili, facilmente riconoscibili per aspetto, suono e peso e riducibili in frammenti senza perdita di valore complessivo poiché ogni pezzo conservava il valore proporzionale al proprio peso.
Le prime forme di pagamento con oggetti metallici risalgono addirittura al III Millennio a.C. ma come aspetto non hanno nulla a che vedere con la moneta Intesa in senso tradizionale, essendo a guise di anello - diffusissimo in Egitto - o di pani di rame (II millennio a.C.) o ancora di asce, di semplici barre linguiformi e persino di conchiglie.
Tutti i sistemi di pagamento antecedenti la moneta con cui condividono la natura commerciale, ma da cui differiscono per la mancanza di un marchio, di un sigillo, di un valore; insomma mancano dell'ufficialità data da una autorità emittente.
Per queste differenze, ancor più che per quelle di forma, la data di nascita della moneta viene fissata al VII secolo a.C. nella Lidia - regione meridionale dell'attuale Turchia - ad opera del re Creso o di suo padre Aliatte.
Questo importante strumento di scambio ha rivoluzionato la vita di interi popoli che, dalla pastorizia e dall'agricoltura, si dedicarono sempre più al commercio.
Come nasce la moneta
Evoluzione delle tecniche di coniazione della moneta
Diverse sono le tecniche di coniazione delle monete che si sono susseguite nei secoli:
- inizialmente per mezzo della fusione con «stampi» singoli o anche multipli (riconoscibili per la presenza di particolari escrescenze o mancanze di metallo sul bordo)
- successivamente mediante l'uso di conii (matrici incise)
Il conio «di incudine» veniva fissato su un basamento mentre quello «di martello», pronto per ricevere il colpo della mazza, veniva appoggiato sul tondello. Data la durezza materiali usati, i tondelli venivano preventivamente «ammorbiditi», portandoli ad elevate temperature, a volte prossime a quella di fusione.
Già in epoca medievale la macchina si sostituì all'uomo nell'esecuzione della battitura. Il sistema della pressa a caduta consisteva in un grosso peso che, lasciato cadere da una determinata altezza, imprimeva con forza il tondello.
Nel '500 nacque il torchio a vite, noto anche come torchio a bilanciere. Possedeva una grossa barra metallica con due pesi alle estremità che comandava una vite sulla quale era fissato uno dei conii. Data la mole del macchinario, il lavoro era stressante per l'intera squadra - composta da 8 uomini - che ogni 20 minuti doveva essere sostituita. Per contro la velocità di esecuzione garantiva una trentina di pezzi al minuto.
Più tardi fu molto utilizzato il conio a rulli, concettualmente simile alle macchine per stendere la pasta. Consisteva in due rulli incisi con più matrici in quanto, a differenza degli altri sistemi, non s introducevano tondelli singoli bensì lamine di metallo che venivano successivamente ritagliate con appositi punzoni.
Nel XVIII secolo, e più precisamente nel 1770, un inglese realizzò la macchina per coniare a vapore. Si pensò anche a decorare il taglio delle monete per rendere riconoscibili gli esemplari tosati» (limati), dal minor valore rispetto agli integri (all'epoca una moneta valeva per quanto metallo nobile conteneva). I sistemi provati davano sì l'esito sperato, ma a scapito della velocità di esecuzione fortemente rallentata.
Fu così che nacque la macchina orlatrice, composta da due barre metalliche — una fissa ed una scorrevole — incise e poste ad una distanza di poco inferiore rispetto al diametro del tondello. La barra scorrevole faceva ruotare su sé stessa la moneta che, grazie alla notevole pressione, riceveva l'impronta.
Periodi coniazione moneta
Nello specifico si possono identificare due macro periodi di coniazione della moneta, ovvero:
- Periodo della coniazione a martello (durato oltre due millenni)
- Periodo della coniazione a macchina (iniziato nel XVI°secolo e caratterizzato dalla meccanizzazione all'interno delle officine monetarie)
All'interno di questi due macro periodi distinti, si possono identificare i seguenti cinque sotto periodi storici, ognuno dei quali possiede delle caratteristiche uniche in relazione alla coniazione della moneta:
- Epoca antica (600 a.C. - 476)
- Medioevo (476 -1 492)
- Epoca pre-industriale (1492 - 1780)
- Epoca industriale (1780 - 1945)
- Epoca contemporanea (1945 - oggi)
Incisione della moneta
In epoca più recente anche gli incisori hanno trovato aiuto nella tecnologia che, con il pantografo, ha evitato loro di lavorare direttamente sui conii.
Attualmente si procede a fare un disegno di bozza e, successivamente, si realizza un modello in rilievo in cera o creta, che verrà poi tramutato in gesso, di dimensioni maggiori rispetto all'originale.
Il pantografo, seguendo fedelmente le forme del modello in gesso, le riproduce nella misura desiderata su un pezzo di acciaio denominato punzone, anch'esso in rilievo. Con il punzone, eventualmente ritoccato a mano per eliminare imperfezioni, si ottiene il conio vero e proprio colpendo varie volte un blocco di acciaio tenero per mezzo del bilanciere. Ad ogni colpo il conio si indurisce e va quindi ricotto per renderlo nuovamente tenero.
Conclusioni
Sperando che questo articolo dedicato a scoprire quando nasce la moneta e l'evoluzione delle tecniche di realizzazione della moneta sia stato di vostro interesse, restiamo in attesa delle vostre opinioni.
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