Alcune teorie cospirazioniste sostengono che parte dei lingotti di metallo prezioso sia stata sostituita con altri di piombo rivestito d’oro. Tuttavia, non appare probabile che l’oro di Fort Knox sia stato “alterato” in questo modo, mentre vi sarebbero prove più concrete del fatto che sia stato affittato molte volte. Come ha scoperto il GATA (Gold Anti-Trust Action Committee) tra il 2008 e il 2009, la Federal Reserve ha iniziato a mantenere il massimo riserbo in merito ai suoi accordi di scambio oro con banche straniere.
Vale la pena ricordare che l'oro detenuto dal governo statunitense non è solo di proprietà dell'America, ma anche di numerosi stati esteri tra cui la Germania e l’Italia. Delle 2.452,00 tonnellate metriche di metallo prezioso di proprietà italiana, infatti, ben 1.061,50 (il 43,29% del totale) si trova negli Stati Uniti.
Il fatto che l’oro della Banca d’Italia non si trovi Fort Knox ma nei caveau di New York non è sufficiente a dissipare, in ogni caso, la nebbia che da decenni avvolge una delle strutture più sensibili e importanti per la stabilità economico-finanziaria dell’intero pianeta. Una nebbia tale da portare di recente uno degli stessi membri dell’Unione, il Texas, ad aprire un deposito aureo statale “rimpatriando” da Fort Knox metallo prezioso per circa un miliardo di dollari.
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