BOLOGNA
Monetazione Autonoma, sec. XV. Grossone. Stemma Bianchetti (Grossoni con stemmi dei sedici riformatori).
Ag gr. 3,38
Dr. BONONIA MATER STVDIORVM. Leone rampante verso s., tiene fra le zampe anteriori il vessillo, la cui banderuola crucigera, a due fiamme, è volta verso d.; a s., stemma Bianchetti. Rv. S PETRONIV - DE - BONONIA. Il Santo, seduto frontale, regge il modellino della città e il pastorale.
CNI 16; Ch. 167.
Rarissimo. Piacevolissima conservazione. q. SPL
Il primo febbraio 1466 furono pubblicati in Bologna, alla ringhiera degli Anziani, i nuovi statuti tra il papa Paolo II e la città. In esso si stabiliva che la struttura del Governo Bolognese, il quale veniva posta nelle mani dei 16 Riformatori con a capo Giovanni II, che era stato nominato a vita. Nel 1472 i Riformatori stabilirono, che ogni 6 mesi venissero estratti a sorte, 3 di loro, per ricoprire l'incarico di Presidenti di zecca e, da questo momento, iniziaromo le coniazioni a dei grossoni con gli stemmi famigliari. (da Istoria di Bologna, origini al 1499, Tomo 1° pp. 330 anno 1466, Fileno Dalla Tuata).
La presenza nelle istituzioni cittadine della famiglia Bianchetti è attestata dalla seconda metà del sec. XIV e numerosi Bianchetti frequentarono lo Studio in qualità di allievi e di lettori. Divenne famiglia senatoria nel 1466 con Carlo d'Alemanno che fu marito di Teresa Albergati e infine di Perpetua Magnani, e partecipò con la famiglia Marescotti alla liberazione di Annibale Marescotti dalla rocca di Varano. La famiglia ricevette il titolo di conte, titolo che rimase fino all' ultimo discendente del ramo bolognese. Ad Avignone si era formato un ramo della famiglia dopo l'espatrio in Francia nel XIV secolo di Giacomo di Nicola, e lì vi rimase fino a quando Pietro Bianchetti non tornò a Bologna, diventando senatore del nuovo senato della Repubblica Cispadana del 1796. L' anno successivo il Bianchetti entrò a far parte del direttorio che portò a compimento l'annessione della Romagna alla Repubblica.