FIRENZE
Baccio Bandinelli (scultore), 1488-1560. Medaglia post 1555 opus Leone Leoni.
Æ gr. 41,78 mm 39,1
Dr. BACIVS BAN - SCVLP FLO. Testa nuda a d. Rv. CHANDOR / ILLESVS. Iscrizione su due righe entro corona di alloro.
Forrer, III, p. 398; Armand, I, 4, p. 163 e III, g, p. 66; Cat. Kress, 428, p. 81; Brescia, 227, p. 35; Toderi-Vannel, 2000, 84 - Medaglie del Rinascimento, catalogo Mostra Bologna 1960, 171.
Rarissima. Patina scura. BB
Baccio Bandinelli, “artista di fama eterna”: è questo il giudizio conclusivo della Vita dedicatagli da Vasari, che la mostra intende quasi provocatoriamente confermare per restituire infine al Bandinelli la sua posizione di merito nel panorama della scultura italiana della Maniera e per ristabilire la verità su un artista condannato all’ostracismo dalla critica negli ultimi due secoli, fino ad oggi.
In epoca barocca e per tutto il Neoclassicismo, invece, Bandinelli era considerato con Michelangelo il massimo scultore della sua epoca ed è innegabile che nella scultura fiorentina del Cinquecento, assieme a Jacopo Sansovino e al Cellini, egli sia la figura di maggior rilievo. I suoi committenti principali furono dapprima i due papi di casa Medici - Leone X e Clemente VII - e poi il duca Cosimo I: nessun dubbio è possibile sul livello che allora si richiedeva ad un artista per ambire a simili incarichi, che videro Bandinelli primeggiare su tutti i concorrenti (spesso di gran nome) e assicurarsi, a Firenze e non solo, le imprese artistiche più impegnative e più rappresentative della prima metà del secolo, mantenendo un indiscusso credito e prestigio.