ASTA BATTUTA 15 - 21 NOVEMBRE 2020 - Lotto 516
VENEZIA - Alvise III Mocenigo Doge CXII, 1722-1732. - Osella anno VI, 1727.
VENEZIA
Alvise III Mocenigo Doge CXII, 1722-1732. Osella anno VI, 1727.
Au gr. 13,87
Dr. San Marco, seduto in trono a s., benedice con la mano d. e porge il vessillo con la s. al Doge genuflesso, all'esergo P Q (Piero Querini). Rv. NON EST INVEN SIMILIS ILLI. Il Bucintoro con dodici coppie di remi in navigazione verso s., accompagnato da quattro gondole; in alto, sole raggiante tra quattro nubi.
CNI 82; Paolucci 385; Gamberini 1374.

Rarissima. q. SPL

“Non est inventio similis illi” La legenda allude al varo del terzo e ultimo Bucintoro, la fastosa nave della Repubblica, valutata 18.000 ducati, manovrata da 42 remi e da 168 rematori. Fu distrutta nel 1797 dai Francesi, mentre secondo un’altra versione dalla folla in rivolta. Il primo Bucintoro risale al 1520. Il Bucintoro, dal veneziano buzino d'oro (barca d'oro), era la nave di Stato che in occasioni di grande importanza e nell'annuale sposalizio del doge con il mare, il giorno dell'Ascensione, riceveva a bordo il doge e tutti i dignitari per il tragitto celebrativo verso il Lido. Il rito dello sposalizio tra Venezia e il mare origina con il Doge Pietro II Orseolo intorno all’anno 1000, ma le tradizione lo riconduce al periodo scismatico che vedeva in schierati in campo l’antipapa Pasquale III e l'Imperatore Federico I Barbarossa da una parte e il papa Alessandro III e i veneziani dall'altra. La battaglia decisiva avvenne nell’Adriatico l’ 8 dicembre1177, il giorno dell’Ascensione, e vide trionfare i veneziani sulla flotta comandata dal figlio di Federico I, Ottone, che rimase prigioniero delle forze avversarie. La cattività del figlio, indusse l’Imperatore a più miti consigli. Il papa Alessandro III ebbe la doppia soddisfazione di vedere l'Imperatore inginocchiato davanti a sé all'ingresso della chiesa di S. Marco e l'antipapa, ai suoi piedi, che abiurava lo scisma. Il pontefice volle ricompensare i veneziani con una serie di onorificenze e in particolare concesse al Doge un anello recante la scritta: ‘Accettatelo da me come segno del vostro imperio sul mare Voi ed i vostri successori vi sposerete tutti gli anni con esso, onde i discendenti sappiano che il mare è vostro per diritto di vittoria per cui esso vi è soggetto così come la moglie deve essere soggetta al marito’. Da allora in poi ogni anno, il giorno dell’Ascensione, il Doge lasciava cadere un anello consacrato in mare, accompagnandolo con le parole: Desponsamus te, mare. In signum veri perpetuique dominii. ("Ti sposiamo, mare. In segno di vero e perpetuo dominio").
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