NAPOLI
Luigi XII d’Orleans, Re di Francia, 1501-1503. Ducato.
Au gr. 3,46
Dr. LVDO FRAN REGNI Q NEAP R Busto a d., con berretto coronato. Rv. PERDAM BABILLONIS NOMEN Scudo di Francia coronato.
CNI 1; Duplessy I 716; Pannuti-Riccio 1; MEC 14, 1082; Bernareggi 196; Fried. 826.
Estremamente Raro. Buon BB
La moneta venne assegnata prima a Parigi e poi a Napoli (il C.N.I. riporta solo questa zecca). Questi ducati furono battuti anche a L’Aquila, come ha dimostrato Castellane (Revu Numismatique,1901, I° trimestre, pp. 45 e seg.). Mentre gli esemplari napoletani hanno un a crocetta all’inizio della legenda del R/, quelli coniati a L’Aquila si distinguono per una rosetta invece dell’aquiletta tradizionale, marchio della zecca aquilana. “Non si conosce perchè avvenne questo cambio di marchio nella zecca aquilana” (Grierson-Tavaini 1998, pp. 360 e 398. Vedi anche Pansa, RIN, 1905, p. 203). Esistono emissioni posteriori, riconoscibili per la rozzezza dello stile. Ernesto Bernareggi (RIN 1952/1953, pp. 56/62 e 1954, pp. 111/112) ha dimostrato, ricollegandoci a quanto già indicato da Gieseler (1829/35, II, sez. 4, p. 191) e sulla base un dispaccio dell’11 agosto 1503 dell’ambasciatore estense, Bertrando dei Constabili, presso la Corte papale, come la legenda sia diretta contro Papa Alessandro VI Borgia e la curia romana, accusati di essere una sentina di tutti vizi al pari della antica Babilonia: “Qui se ha mostrato da diversi - si legge nella lettera - uno ducato novo facto stampare per la Maestà Cristianissima, il quale da un canto ha scolpita la testa de Sua Maestà, da l’altro ha il tre zighi cum lettereche dicono : Perdue nome Babilonis. Et pigliandosse universalmente Roma per Babilonia qui se ne fa vari iudiciii” (con il nome di Babilonia Luteroaveva già bollato Roma). In precedenza aveva trovato largo credito (Lucius, Liebe, Dietrich, Cartier, Enciclopedia Treccani alla voce”Giulio II”) la teoria, secondo la quale la moneta sarebbe stata battuta da Luigi XII nell’imminenza della sua campagna contro Giulio II, tra il Concilio di Trenti (Settembre 1510). Altrettanto infondata l’ipotesi di Desnoyers, secondo il quale la moneta sarebbe un’emissione privata degli Ugonotti francesi battuta tra il 1515 e il 1520 sotto Francesco I, Secondo Castellane la minaccia sarebbe stata rivolta non contro Giulio II ma contro il Sultano mammalucco de il Cairo che allora possedeva Gerusalemme e il sepolcro di Cristo: Ludovico, avendo avuto il titolo di re di Gerusalemme, ambiva conquistare quel regno e distruggere Babilonia, antico nome del Gran cairo. Siedano Grierson-Travaini (1988, p. 399), Dell’Erba (1940, p. 55) e le già citate opere di Bernareggi.