VENEZIA
Marin Faliero Doge LV, 1354-1355. Ducato.
Au gr. 3,44
Dr. San Marco, stante a sinistra, porge il vessillo al doge, genuflesso a destra, che lo prende con entrambe le mani; sotto la banderuola DVX. Rv. Gesù Cristo, stante di prospetto, con il Vangelo e nell’atto di benedire in un’aureola ellittica cosparsa di stelle.
Paolucci 1; Fried. 1222.
Di grande rarità. Foro otturato, B
Probabile damnatio memoriae coeva.Membro di una delle più importanti famiglie veneziane dell’epoca, fu ispiratore ed artefice di una congiura che, secondo gli intenti, avrebbe dovuto portare la sua casata al dominio totale di Venezia, eliminando le varie famiglie più potenti dell’epoca. Scoperta la congiura e repressa, il venerdì 17 aprile del 1356 veniva decapitato il Doge Marino Faliero per alto tradimento, del quale però non esiste un ritratto abbastanza attendibile. Le monete di questo doge (ducato in oro, soldino d'argento, ed il tornese) sono tutte assai rare, soprattutto per la breve durata del suo dogato (sette mesi). Questo è un fatto molto curioso, perchè la repubblica cercò in ogni modo di cancellarne il ricordo. La sentenza con la pena capitale non fu trascritta nel libro IVº dei Misti, al posto della quale si legge un "NON SCRIBATUR". La campana che fu suonata al momento della sua condanna per indicare che essa era stata eseguita, non fu piu' suonata, pena la morte, come decise il Consiglio dei Dieci e fu messa senza battacchio nella chiesa di San Marco.