BOLOGNA
Giovanni II Bentivoglio, 1463-1506. Ducato.
Au gr. 3,41
Dr. IOANNES BENTIVOLVS II BONONIEN Busto con berretto a d. Rv. MAXIMILI ANI MVNVS Stemma inquartato sormontato da aquila.
CNI 3var (Antegnate); Ravegnani-Morosini 3 (Antegnate); Bernareggi 122 4a (Antegnate); MIR 40; Ch. 203; Fried. 60.
Estremamente Raro. Tracce di piegatura. BB
Tra le monete di Giovanni II Bentivoglio, celebratissime in ogni epoca, è indubbiamente lo zecchino la più bella per la delicata plastica chiaroscurale del ritratto, la sapiente resa dei capelli garbatamente scostati a lasciare spuntare l’orecchio, il perfetto equilibrio tra effigie e leggenda. Il rovescio, parimenti interessante si vale di una composizione nella quale lo stemma non occupa – come nella maggior parte dei tipi monetari- l’intero campo ma trova un dosato equilibrio dinamico con la sovrastante aquila ad ali spiegate (che sta a significare una totale copertura protettiva da parte dell’Impero) e con la leggenda divisa in due archi di cerchio che contribuiscono a chiudere lateralmente la composizione. Per quanto si riferisce all’attribuzione dei conî si può tornare a dar fede alla primitiva e tassativa affermazione del Vasari in quanto sembra logico che Giovanni II affidasse al Francia, che era l’artista in maggior evidenza e più esperto a tali opere che frequentasse la sua corte, l’incisione di quelle monete che erano per lui argomento di grande vanto e prestigio: d’altra parte la coerenza stilistica con l’opera del Francia non è da trascurare. Che il suo nome non risulti nei documenti di zecca dipende probabilmente dal fatto che il Bentivoglio fece battere queste monete quasi a titolo personale nel suo palazzo di Bologna.