ASTA BATTUTA n. 7 - 16 Novembre 2014 - Lotto 451
GENOVA - Tommaso di Campofregoso, Doge XX, 1415-1421. - Mezzo Ducato o iperpero, zecca incerta probabilmente di colonia genovese nella regione del Mar Nero.
GENOVA
Tommaso di Campofregoso, Doge XX, 1415-1421. Mezzo Ducato o iperpero, zecca incerta probabilmente di colonia genovese nella regione del Mar Nero.
Au gr. 1,73
Dr. S/L/Λ/V/R/Є/T/I, lungo l’asta D/V/X, TC DVX IΛNVЄ San Lorenzo in piedi regge il Vangelo con le sinistra e consegna l’asta al doge inginocchiato. Rv. SIT T XPЄ DΛT Q T RЄGIS ISTЄ DVCΛT, Il Redentore benedicente in aureola ellittica cosparsa di stelle.
CNI III -; cfr. Ives pl. XI, 1 (Chios) e pl. XII, 6 (mezzo ducato attribuito a Pera); cfr. Papadopoli (Castellani) 16172 (mezzo ducato attribuito a Pera); cfr. Schlumberger pl. XVII, 22 (Pera); cfr. Gamberini 370 (mezzo ducato attribuito a Pera).

Rarissimo. q. BB

Nel Mediterraneo orientale la moneta predominante era l’iperpero bizantino, diviso in 24 karati, soppiantato nel quattordicesimo secolo prima dal fiorino, poi nella metà del secolo dal ducato veneziano, divenuto il “dollaro” della regione, tanto da essere nel quindicesimo secolo sinonimo di moneta aurea. Il rapporto di cambio inizialmente tra iperpero e ducato si stabilì in 2:1, scendendo approssimativamente dopo il 1389 attorno a 3:1. In Turchia la moneta predominante era l’aspro, una moneta d’argento coniata anche a Trebisonda e Caffa. Il peso dell’aspro e il suo rapporto di cambio era molto variabile a seconda della zecca, i vari Beilicati (emirati turchi musulmani) coniarono infatti il loro aspro come gli Ottomani, la quale moneta era divenuta predominante dopo la conquista dei principali centri commerciali come Bursa, Edirne e infine Costantinopoli. Purtroppo la mancanza di data rende difficile farsi un’idea precisa del loro valore in un determinato lasso di tempo: dai conti di Giacomo Badoer, mercante attivo a Costantinopoli attorno al 1430, si capisce che in quel periodo il cambio tra aspro ottomano ed iperpero era fluttuante giornalmente ma si attestava approssimativamente in 11:1. Il cambio tra un aspro di Samsun e un iperpero era di 19:1, mentre per l’aspro di Caffa era di 20:1. Il rapporto tra aspro ottomano e ducato era circa di 33:1. I sovrani turchi coniarono un ducato d’oro a imitazione di quello veneziano con un cambio nel 1430 di 80:1 rispetto all’aspro ottomano e di 2.05:1 nei confronti dell’iperpero. Considerando il periodo di emissione di questa moneta è probabile che i mercanti genovesi abbiano coniato queste emissioni sul piede ponderale del ducato turco, del valore di 2 iperperi o 80 aspri ottomani, per poter commerciare nei mercati del Mar Nero e dell’entroterra di quelle regioni, dove si usavano gli aspri locali (anche i genovesi hanno coniato i loro aspri nelle colonie controllate), differentemente dalle emissioni di piede “europeo” quali Pera o Scio contrassegnate dalle lettere P ed S, che si attestano solitamente sui 3,5 grammi. Per un’analisi più accurata sarebbe necessario appurare i titoli di queste monete, ma ancora non si è riusciti ad identificare per il periodo di nostro interesse quali siano i ducati turchi, e quali siano i ducati coniati dai Beilicati come Aydin (che causarono gravi danni agli interessi veneziani, tanto da rendere necessario l’invio di un ambasciatore per porre fine alla coniazione). La zecca, dunque, rimane un mistero, secondo alcuni lo stile crudo ricondurrebbe a Scio, secondo altri potrebbero essere stati coniati in loco nelle aree controllate dai genovesi nel Mar Nero (Cfr Fleet European and Islamic trade in the early Ottoman state : The merchants of Genoa and Turkey. Cambridge Univ. Press 1999).
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